Dettaglio Attività Formativa
- Legenda
- Formazione:
"RES": Residenziale
"FSC": Formazione Sul Campo
"FAD": Formazione a Distanza
- Edizione:
annullata
sospesa
già svolta
in corso di svolgimento
in programma

Crediti assegnati: 4 Durata: 04:00 ore
Tipo attività formativa: Formazione Residenziale
Tipologia: Corso di aggiornamento
Tipologia: Corso di aggiornamento
Organizzato da:
Azienda Ospedaliera S. Maria degli Angeli (Pordenone)
+ elenco edizioni - Nascondi elenco edizioni
>> professioni partecipanti
Azienda Ospedaliera S. Maria degli Angeli (Pordenone)
+ elenco edizioni - Nascondi elenco edizioni
>> professioni partecipanti
Quote di iscrizione: partecipazione gratuita
Segreteria organizzativa
Referente: Segreteria Corsi
Telefono: 0434 399822 Fax: 0434 399996
E-mail: segreteria.corsi@aopn.fvg.it
Telefono: 0434 399822 Fax: 0434 399996
E-mail: segreteria.corsi@aopn.fvg.it
Informazioni sull'attività formativa
Responsabili Scientifici: ARDENGO RESI, CAPPELLETTI PIERO
Breve descrizione dell'attività formativa residenziale nel suo complesso
L'infermiere svolge un ruolo fondamentale nella diagnostica di laboratorio, presidiando la fase preanalitica, cioè l'insieme di operazioni che comprendono la preparazione del paziente, la raccolta del campione biologico, l'identificazione del paziente e del campione, il trasferimento delle informazioni correlate. Le più recenti fonti bibliografiche sono concordi nell'indicare nella fase preanalitica la più rilevante fonte di rischio di errore nel processo della diagnostica di laboratorio, e sottolineano l'importanza che tale fase venga gestita in modo attento ed appropriato. L'iniziativa formativa nasce dal presupposto che per migliorare il controllo della fase preanalitica degli esami di laboratorio sia importante aggiornare le conoscenze degli infermieri che raccolgono i campioni biologici relativamente a: significato degli esami di laboratorio e loro rilevanza clinica; contributo del laboratorio nella prevenzione , nella diagnosi, nel monitoraggio; principi basilari per l'interpretazione dei risultati degli esami di laboratorio; incidenza della fase preanalitica sui risultati degli esami di laboratorio. Questo corso rappresenta il secondo modulo di un percorso formativo che intende trattare la diagnostica di laboratorio nelle funzioni d'organo e metaboliche, con una modalità didattica che proponga l'incontro tra il laboratorista e l'infermiere preposto alla fase preanalitica. Il corso si propone di aggiornare le conoscenze degli infermieri del Centro Prelievi del Dipartimento di Medicina di Laboratorio relativamente alla diagnostica ematologia, e Raggiungere gli obiettivi di: Aggiornare le conoscenze sulla diagnostica ematologica; Descrivere il significato dei principali esami ematologici e loro rilevanza clinica; Descrivere il contributo del laboratorio nella prevenzione, nella diagnosi, nel monitoraggio delle patologie ematologiche; Descrivere l'incidenza della fase preanalitica sui risultati degli esami ematologici.
Breve descrizione delle relazioni più significative
EMOCROMO, RETICOLOCITI E VES L'esame emocromocitometrico e' l'analisi quantitativa e qualitativa degli elementi del sangue periferico; esso rappresenta il punto di partenza per ogni valutazione diagnostica. I parametri di cui si compone sono il conteggio dei leucociti (WBC), utile nel monitoraggio di pazienti emopatici o con processi infettivi acuti/cronici e nella valutazione della risposta a chemio/radioterapia; il conteggio dei globuli rossi (RBC); la concentrazione di emoglobina (Hb); l'ematocrito (Hct), che indica il volume occupato dagli eritrociti in una determinata quantità di sangue; il conteggio piastrinico (Plt). Accanto a questi valori vengono espressi altri parametri definiti "indici eritrocitari" che sono rappresentati da: MCV, volume corpuscolare medio che rappresenta la media dei volumi dei singoli eritrociti; MCH, contenuto emoglobinico corpuscolare medio; MCHC, concentrazione emoglobinica corpuscolare media; RDW, ampiezza di distribuzione degli eritrociti o indice di anisocitosi; HDW, ampiezza di distribuzione dell'emoglobina o indice di anisocromia. Il conteggio leucocitario differenziale, o formula leucocitaria, consiste nella definizione in valore assoluto e percentuale delle cinque popolazioni leucocitarie normalmente presenti nel sangue periferico: granulociti neutrofili; linfociti; monociti; granulociti eosinofili; granulociti basofili. Tale conteggio comprende anche la ricerca di cellule immature o atipiche (es. blasti, mielociti, metamielociti, linfociti atipici, ecc) che, in condizioni di normalità, non sono presenti nel sangue periferico. Le finalità a cui deve rispondere la formula leucocitaria sono: a) la ricerca di anomalie quantitative, cioè alterazioni dei rapporti reciproci tra le varie popolazioni leucocitarie (es. linfocitosi in corso di malattie virali, eosinofilia in corso di allergopatie, neutropenia post chemioterapia); b) la ricerca di anomalie morfologiche, cioè l'individuazione di cellule anomale, normalmente assenti nel sangue periferico. I reticolociti rappresentano i globuli rossi giovani, con ancora un residuo di RNA, la cosiddetta sostanza granulofilamentosa. Hanno una vita media nel sangue periferico di 2/3 giorni e rappresentano la situazione eritropoietica midollare: bassi valori sono indicativi di ridotta attivita' eritropoietica, valori aumentati di stimolazione di questa. La VES, velocità di eritrosedimentazione, valuta la velocità di sedimentazione degli elementi corpuscolati del sangue e rappresenta un indice aspecifico di flogosi. Questo parametro aumenta in presenza di stati infiammatori e infettivi, malattie reumatiche, infarto miocardico e polmonare, allergie, leucemie, alcune neoplasie solide, anemie severe, ecc. Valori di VES diminuiti si riscontrano in corso di CID, malnutrizione, shock anafilattico, ecc. TIPIZZAZIONE LINFOCITARIA La tipizzazione linfocitaria è un'analisi che permette l'identificazione mediante tecniche immunologiche (immunofenotipizzazione) delle varie sottopolazioni linfocitarie, normali e patologiche, in base all'individuazione di marcatori presenti sulla superficie della cellula o al suo interno utilizzando anticorpi monoclonali fluorescenti. Questi marcatori fenotipici, molecole che le cellule esprimono durante le varie fasi del loro sviluppo e/o attivazione, sono inquadrati in gruppi distinti, definiti cluster di differenziazione (CD). Le principali sottopopolazioni linfocitarie individuate sono rappresentate dai linfociti T (CD3+), linfociti B (CD19+) e linfociti NK (CD16+). Anche le malattie linfoproliferative vengono classificate in base alle loro caratteristiche immunofenotipiche, mediante l'impiego contemporaneo di diversi anticorpi monoclonali. Alcuni di questi marcatori sono specifici di linea cellulare (mieloide o linfoide B o T o NK), altri sono marker di maturita', di attivazione o specifici di patologia. L'attenzione sarà particolarmente focalizzata sulla rilevan
L'infermiere svolge un ruolo fondamentale nella diagnostica di laboratorio, presidiando la fase preanalitica, cioè l'insieme di operazioni che comprendono la preparazione del paziente, la raccolta del campione biologico, l'identificazione del paziente e del campione, il trasferimento delle informazioni correlate. Le più recenti fonti bibliografiche sono concordi nell'indicare nella fase preanalitica la più rilevante fonte di rischio di errore nel processo della diagnostica di laboratorio, e sottolineano l'importanza che tale fase venga gestita in modo attento ed appropriato. L'iniziativa formativa nasce dal presupposto che per migliorare il controllo della fase preanalitica degli esami di laboratorio sia importante aggiornare le conoscenze degli infermieri che raccolgono i campioni biologici relativamente a: significato degli esami di laboratorio e loro rilevanza clinica; contributo del laboratorio nella prevenzione , nella diagnosi, nel monitoraggio; principi basilari per l'interpretazione dei risultati degli esami di laboratorio; incidenza della fase preanalitica sui risultati degli esami di laboratorio. Questo corso rappresenta il secondo modulo di un percorso formativo che intende trattare la diagnostica di laboratorio nelle funzioni d'organo e metaboliche, con una modalità didattica che proponga l'incontro tra il laboratorista e l'infermiere preposto alla fase preanalitica. Il corso si propone di aggiornare le conoscenze degli infermieri del Centro Prelievi del Dipartimento di Medicina di Laboratorio relativamente alla diagnostica ematologia, e Raggiungere gli obiettivi di: Aggiornare le conoscenze sulla diagnostica ematologica; Descrivere il significato dei principali esami ematologici e loro rilevanza clinica; Descrivere il contributo del laboratorio nella prevenzione, nella diagnosi, nel monitoraggio delle patologie ematologiche; Descrivere l'incidenza della fase preanalitica sui risultati degli esami ematologici.
Breve descrizione delle relazioni più significative
EMOCROMO, RETICOLOCITI E VES L'esame emocromocitometrico e' l'analisi quantitativa e qualitativa degli elementi del sangue periferico; esso rappresenta il punto di partenza per ogni valutazione diagnostica. I parametri di cui si compone sono il conteggio dei leucociti (WBC), utile nel monitoraggio di pazienti emopatici o con processi infettivi acuti/cronici e nella valutazione della risposta a chemio/radioterapia; il conteggio dei globuli rossi (RBC); la concentrazione di emoglobina (Hb); l'ematocrito (Hct), che indica il volume occupato dagli eritrociti in una determinata quantità di sangue; il conteggio piastrinico (Plt). Accanto a questi valori vengono espressi altri parametri definiti "indici eritrocitari" che sono rappresentati da: MCV, volume corpuscolare medio che rappresenta la media dei volumi dei singoli eritrociti; MCH, contenuto emoglobinico corpuscolare medio; MCHC, concentrazione emoglobinica corpuscolare media; RDW, ampiezza di distribuzione degli eritrociti o indice di anisocitosi; HDW, ampiezza di distribuzione dell'emoglobina o indice di anisocromia. Il conteggio leucocitario differenziale, o formula leucocitaria, consiste nella definizione in valore assoluto e percentuale delle cinque popolazioni leucocitarie normalmente presenti nel sangue periferico: granulociti neutrofili; linfociti; monociti; granulociti eosinofili; granulociti basofili. Tale conteggio comprende anche la ricerca di cellule immature o atipiche (es. blasti, mielociti, metamielociti, linfociti atipici, ecc) che, in condizioni di normalità, non sono presenti nel sangue periferico. Le finalità a cui deve rispondere la formula leucocitaria sono: a) la ricerca di anomalie quantitative, cioè alterazioni dei rapporti reciproci tra le varie popolazioni leucocitarie (es. linfocitosi in corso di malattie virali, eosinofilia in corso di allergopatie, neutropenia post chemioterapia); b) la ricerca di anomalie morfologiche, cioè l'individuazione di cellule anomale, normalmente assenti nel sangue periferico. I reticolociti rappresentano i globuli rossi giovani, con ancora un residuo di RNA, la cosiddetta sostanza granulofilamentosa. Hanno una vita media nel sangue periferico di 2/3 giorni e rappresentano la situazione eritropoietica midollare: bassi valori sono indicativi di ridotta attivita' eritropoietica, valori aumentati di stimolazione di questa. La VES, velocità di eritrosedimentazione, valuta la velocità di sedimentazione degli elementi corpuscolati del sangue e rappresenta un indice aspecifico di flogosi. Questo parametro aumenta in presenza di stati infiammatori e infettivi, malattie reumatiche, infarto miocardico e polmonare, allergie, leucemie, alcune neoplasie solide, anemie severe, ecc. Valori di VES diminuiti si riscontrano in corso di CID, malnutrizione, shock anafilattico, ecc. TIPIZZAZIONE LINFOCITARIA La tipizzazione linfocitaria è un'analisi che permette l'identificazione mediante tecniche immunologiche (immunofenotipizzazione) delle varie sottopolazioni linfocitarie, normali e patologiche, in base all'individuazione di marcatori presenti sulla superficie della cellula o al suo interno utilizzando anticorpi monoclonali fluorescenti. Questi marcatori fenotipici, molecole che le cellule esprimono durante le varie fasi del loro sviluppo e/o attivazione, sono inquadrati in gruppi distinti, definiti cluster di differenziazione (CD). Le principali sottopopolazioni linfocitarie individuate sono rappresentate dai linfociti T (CD3+), linfociti B (CD19+) e linfociti NK (CD16+). Anche le malattie linfoproliferative vengono classificate in base alle loro caratteristiche immunofenotipiche, mediante l'impiego contemporaneo di diversi anticorpi monoclonali. Alcuni di questi marcatori sono specifici di linea cellulare (mieloide o linfoide B o T o NK), altri sono marker di maturita', di attivazione o specifici di patologia. L'attenzione sarà particolarmente focalizzata sulla rilevan
Lingua: Italiano
Professioni partecipanti
Infermiere
Docenti torna su
DORETTO PAOLO
Obiettivo Formativo
Aggiornamento delle procedure ed attivita' professionali per le professioni sanitarie non mediche.
Appartenente agli Obiettivi Nazionali
Appartenente agli Obiettivi Nazionali
Materiale didattico
Stampe/CD delle slide/diapositive presentate
Verifica dell'apprendimento
Questionario